Melocchi era amatissimo, seguito da uno stuolo di allievi italiani e stranieri studenti desiderosi di apprendere questa tecnica di cui si parlava, ormai, in tutto il mondo; in Argentina grazie anche al M° Mario Melani e al M° Mario Monachesi si cominciò si cominciò a parlare di questa tecnica che aveva iniziato a produrre molti cantanti; pubblico qui di seguito la testimonianza del caro amico, tenore argentino e direttore del coro di Bahia Blanca, Raul Iriarte, uno degli ultimi allievi di Mario Monachesi:
Caro Maestro Marceno!!! Le escribo en espanol porque me es mas facil….quiero decirle que me emociono´mucho su pagina web en donde tan detalladamente habla sobre el gran Maestro Melocchi . Quiero que sepa que el verdadero representante de la escuela Melocchi en argentina fue mi maestro Mario Monachesi...asistente de Melocchi en Pesaro, profesor de Mario del Monaco durante un anio ( a pedido del mismisimo Melocchi ) continuador puro de la tecnica del maestro: Monachesi fue como su amado maestro Melocchi , una extraordinaria persona con un amor a la lírica immenso, generoso, polifacetico, compositor e cantante , dedico toda su vida a la ensenianza y al teatro.
Una vez me dijo : “Despues de a mi padre a la persona que mas amé fue a mi maestro de canto Arturo Melocchi... para ese entonces Monachesi ( primo de Walter Monachesi ) tenía 84 anios .. estoy hablando del anio 1988….toda su vida seguía pensando en las ensenianzas de su amado Maestro . Formo muchas voces en la Argentina .. yo fui uno de sus ultimos alumnos y segun sus palabras su discípulo. Durante 6 anios estudie con el metodo duro el METODO. "Dame una persona de la calle que en poco tiempo le hago una voz" a´si decía y así era . Porque entre sus alumnos había de todo musicos panaderos, obreros y cualquiera que quisiera seguirlo y que confiara en el . He visto arreglar muchas voces , abrir muchas gargantas , emparejar registros. De El nos queda el recuerdo imborrable de un MAESTRO en el verdadero sentido de la palabra , un maestro que tambien nos aconsejaba en la vida y que todo lo hacía con una gran honradez .. siguiendo el ejemplo como siempre decía de su amado Maestro Melocchi. Estimado Maestro Marceno me gustaria estar en contacto con usted .. y lo felicito por que he escuchado sus grabaciones y realmente canta muy bien .. y tambien porque creo que los MELOCCHIANOS somos como una gran familia.
Un Abraccio. Raúl Gabriel Iriarte.
Mario Del Monaco, fu il vero ambasciatore di questa tecnica che ne aveva, pur modificandola per se, precisato i contorni e le linee guida, mantenendo istintivamente e con grande fermezza la disciplina del vocalizzo e utilizzando nelle arie “ una emissione più morbida e fluida ” (La mia vita e miei successi – ed. Rusconi – pag.32) con i risultati artistici che tutti conosciamo e amiamo profondamente. Il consenso per tale tecnica non fu sempre unanime, talvolta fu definita “non priva di durezza” ma tantissime altre volte “dolcissima e ottima scuola”.
Più volte ho parlato con Mario Del Monaco, alcune con Mario Melani, Robleto Merolla (che consiglio di ascoltare!!) e Paride Venturi che, giustamente, mai si sono sbilanciati nel suggerirmi esercizi o quei famosi segreti condivisi con il loro Maestro, si sono mostrati affabili, cordiali, amichevoli ma sempre vaghi ed elusivi, tenendo strette nel profondo del loro cuore, tutte le indicazioni e le nozioni apprese nella grande esperienza vissuta con Melocchi al Conservatorio di Pesaro. Del Monaco ci aveva messo otto anni per capire il metodo del suo Maestro, un’esperienza perfezionata nella pratica di palcoscenico ove aleggia “quell’atmosfera che favorisce gli audaci e stronca i pavidi”che ti fa intuire che è meglio essere se stessi e non imitare nessuno se si è realmente appreso il DOGMA Melocchiano : abbassamento della laringe, massima cavità al palato molle con relativo aumento delle frequenze e delle armoniche.
Questo Dogma circolava invero già a Milano per via degli studi intrapresi da Leone Giraldoni in funzione del canto verdiano rispetto agli insegnamenti del Lamperti che rimase fortemente ancorato ad una tecnica pro Rossini. Questo sistema operativo vede la luce intorno al 1864, anno di stampa del suo primo libro a Bologna. Egli, parallelamente allo studio del repertorio e delle novità che gli venivano proposte come cantante, abbracciò con una certa passione la composizione e lo scrivere di canto pubblicando due trattati di stampo tecnico-pedagogico: Guida teorico-pratica ad uso dell'artista cantante* (Bologna 1864), il Compendium. Metodo analitico, filosofico e fisiologico per la educazione della voce (Milano 1889), e uno introvabile “I principali consigli per impostare una voce usando il metodo di canto Ferni – Giraldoni” . Mosca , 1908. Ma questo argomento lo svilupperemo dopo.
Era questo il sistema ideale per una voce come quella di Mario (così si era rivelato anche per Franco Corelli), con quei vocalizzi originali che gli facevano immascherare ogni suono di tutta l’estensione e di ogni tessitura affrontata, sostenuta a gola aperta, in modo tale da rendere l’emissione compatta ed omogenea nella timbrica e nel poderoso volume. In questi otto ani di lavoro ed introspezione, Mario Del Monaco scopre che la mezza voce e le dinamiche di piano e pianissimo non lo aiutano, che solo dopo aver cantato le prime opere del suo repertorio drammatico la voce riacquista nitore, morbidezza e proprio con quello che lui chiama affondo della laringe ottiene i migliori risultati “che si risolvono in una ginnastica potenziatrice dei muscoli tensori delle corde vocali”.
Oggi, in giro, sul metodo, si trova di tutto, libri e pubblicazioni, riaffiorano gli amici di Melocchi, i parenti e cuginastri, ma del vero sistema rimangono, in realtà, pochissime testimonianze obiettive, verità è che il famoso “metodo forte” si è addolcito fino a diventar melassa, filtrato, contaminato ed inevitabilmente spersonalizzato da tutti coloro che lo praticano.
Marcello Del Monaco, allievo diligente di Melocchi, riuscì, però, ad annotare e registrare con rigore e meticolosità gli esercizi ed un vademecum di cui tratterò nella pagina a lui dedicata, auspicando di essere all’altezza nel cercar di esprimermi con semplicità.
Sarà sufficiente andare su un qualsiasi forum di Internet che parli di tecnica dell’affondo per capire che i problemi alla fine sono sempre gli stessi:
• preoccupazione per la pericolosità del sistema, visto e vissuto dai più come metodo estremo
• Dichiararsi a favore del Metodo Melocchi ma poca chiarezza nell'insegnarlo e spiegarlo
• Millantare preparazione su argomenti che non si conoscono
• Proclamarsi a favore di metodi di alleggerimento
• Fare dichiarazioni contrarie ai principi che regolano il sistema
• Assenza di cultura e facendo discorsi a vanvera sulla similarità tra metodo Melocchi e quello del Garcia .. etc ..
• Giudicare limitato il metodo attraverso l’ascolto superficiale dei cantanti che l’hanno praticato…
• MANCANZA DI UNA VERA E PROPRIA CODIFICAZIONE DEL METODO FATTA CON MELOCCHI IN VITA
• Il detto che circola ormai frequentemente che”ogni metodo è buono ma non fino in fondo”
E potrei ancora Aggiungere una decina di postille.
Ma mi pare doveroso ricordare che l’unico libro che ne parli più o meno correttamente, facendo un certo sfoggio di bella cultura foniatrica, è quello del collega Delfo Menicucci, pubblicato da Omega Edizioni – Torino – Scuola di Canto lirico e moderno, indagine sulla tecnica di affondo – facendo esclusivamente riferimento alle cose insegnategli dalla preparatissima Signora Rina Del Monaco e ad una serie di esercizi, spiegando le ragioni del loro utilizzo, che solo in parte appartengono alla prassi Melocchiana.
E’ una bella e notevole interpretazione che potrebbe definirsi, per questa serie di passaggi, come un metodo Rina Del Monaco – Menicucci.